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Crollo degli avvocati in Italia: tra crisi demografica, debiti e disparità di genere

Tempo lettura: 3 minutiIl mondo degli avvocati italiani registra un p trend negativo: al 31 dicembre 2024, gli iscritti alla Cassa Forense sono scesi a 233.260, con un calo dell’1,6% annuo rispetto al 2023

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Il punto di vista di:
Antonio Zama

AVVOCATO, SENIOR FOUNDER, IUSGATE

Vogliamo guardare al futuro o rimanere ancorati a logiche ottocentesche? Me lo chiedo da anni quando leggo di dibattiti su avvocati nella Costituzione parallelamente a divieti pubblicitari, divieti di intermediazione, divieti di costituzione di s.r.l.. Consentiteci di competere ad armi pari con le società di consulenza, altrimenti moriremo di divieti o moriremo deloittizzati, non a causa dell’ A.I..

Crollo degli avvocati in Italia: tra crisi demografica, debiti e disparità di genere

 

Il mondo degli avvocati italiani registra un p trend negativo: al 31 dicembre 2024, gli iscritti alla Cassa Forense sono scesi a 233.260, con un calo dell’1,6% annuo rispetto al 2023. Un dato che riflette non solo la crisi demografica della professione, ma anche dinamiche socioeconomiche complesse. Le iscrizioni sono crollate da 6.393 a 5.772, mentre le cancellazioni hanno superato le 8.000 unità. Un fenomeno che pone annosi interrogativi sul futuro delle professioni legali in Italia, tra concorrenza, carichi burocratici e attrazione dei giovani talenti.

 

 

Cassa Forense: patrimonio in crescita, ma debiti alle stelle

 

Nonostante il calo degli avvocati, la Cassa Forense chiude il 2024 con un patrimonio netto record di 19,492 miliardi (+10,6%) e un avanzo di 1,858 milioni (+32,1%). Tuttavia, pesano i crediti verso i professionisti, saliti a oltre 2,981 miliardi.

 

Questi dati, tratti dalla Relazione al Bilancio consuntivo per il 2024 approvato a fine aprile scorso dall’assemblea dei delegati della Cassa Forense, sollecita una rigorosa gestione dei recuperi, evidenziando che solo 302 milioni sono stati iscritti a ruolo nel 2023. Un paradosso che mette in luce le difficoltà nella riscossione, problema cronico ben conosciuto da molti avvocati alle prese con clienti morosi.

 

 

Redditi in aumento, ma attenzione al gender pay gap

 

Il reddito medio degli avvocati è salito a 47.678 euro (+6,8%), ma dietro questa crescita si nasconde una disparità di genere allarmante: gli uomini guadagnano in media 62.456 euro, le donne solo 31.115. Un divario del 50% che riflette squilibri strutturali da colmare, dall’accesso alle cariche di prestigio alla conciliazione famiglia-lavoro, che resta una delle tematiche più complesse da superare. Un tema cruciale per un settore in cui, nonostante l’elezione della prima presidente donna, Maria Annunziata, la parità di genere resta un traguardo lontano.

 

 

Entrate e pensioni: il welfare legale sotto pressione

 

Le entrate contributive della Cassa Forense hanno sfiorato i 2,4 miliardi (+64 milioni), ma la spesa pensionistica ha superato 1,120 miliardi (+9%). Il rapporto tra contributi e trattamenti è sceso da 2,07 a 1,89, segnale di un sistema sempre più fragile e povero, incapace di reagire alle nuove sfide che la professione forense moderna richiede di affrontare.


Intanto, il welfare legale (75 milioni erogati) fatica a rispondere alle esigenze di avvocati in difficoltà, numero sempre in crescita, tra cui giovani penalizzati dalla concorrenza e professionisti over 50 in cerca di riconversione.

 

 

PNRR e fuga degli avvocati verso il Pubblico

 

Il calo degli avvocati è legato anche al boom di assunzioni nella PA legate al PNRR. Molti giovani legali preferiscono la stabilità del pubblico impiego alle incertezze della libera professione, in un mercato saturo e iper-regolamentato. Una tendenza che rischia di impoverire il settore privato, privandolo di competenze fresche. D’altro canto, di fronte alla concorrenza dei tanti avvocati e alle sfide di un mercato come quello legale confuso e complesso, come dar loro torto?

 

 

Cassa Forense vs Ministero: il recupero dei crediti dimenticati

 

La Cassa attende ancora 1,068 milioni dal Ministero dell’Economia per la spending review 2012-2013. Una vicenda che sottolinea le asimmetrie tra Stato e professioni legali, spesso gravate da oneri contributivi senza adeguati sostegni.

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