GDPR e UE: grandi disparità tra gli Stati nelle sanzioni privacy
Le sanzioni privacy nell’UE rivelano un panorama frammentato e disomogeneo
Dal maggio 2018 a oggi, il 75% del valore totale delle multe GDPR è concentrato in appena 10 provvedimenti contro giganti del web, mentre il restante 25% proviene da 2.335 sanzioni minori applicate comminate ad altri stati membri. Questi dati, emersi in occasione del settimo anniversario del Regolamento UE 2016/679 (GDPR), evidenziano criticità nell’armonizzazione della tutela privacy in Europa.
I Garanti nazionali mostrano approcci radicalmente opposti
La Francia guida la classifica per severità con multe medie da 5,6 milioni di euro, seguita da Italia (675.000 €) e Grecia (482.000 €). All’estremo opposto, la Romania applica sanzioni medie di circa 6.000 euro, nonostante un alto volume di provvedimenti (197). La Spagna, invece, è il paese più attivo con 959 sanzioni, mentre Portogallo e Liechtenstein si attestano rispettivamente a 7 e 1.
Dati fuorvianti: il peso dei Big Tech nelle sanzioni privacy
Al 23 maggio 2025, il totale delle sanzioni privacy ammonta a 6,19 miliardi di euro. Tuttavia, 4,7 miliardi derivano solo da 10 multe a colossi come Meta (multata per 2,5 miliardi), mentre le restanti 2.345 sanzioni sommano appena 1,5 miliardi. Dato interessante da sottolineare è che oltre il 41% delle sanzioni “minori” è stato comminato in Spagna, seguita da Italia (17%) e Germania (9%). Questa sproporzione conferma che le statistiche non riflettono l’effettiva applicazione del GDPR, ma dipendono da poche sanzioni milionarie irrogate a grandi colossi multinazionali.
Disparità geografiche: i numeri parlano chiaro
Le discrepanze riscontrate si possono riassumere schematicamente in questi punti:
- Paesi iperattivi: Spagna (959 sanzioni), Italia (402), Romania (197);
- Paesi con interventi minimi: Portogallo (7), Estonia e Lettonia (8 ciascuna), Lussemburgo (32).
Il divario evidenzia un’applicazione a macchia di leopardo: in alcuni stati i Garanti sono più rigorosi, ma i numeri non misurano il reale rispetto della privacy. Ad esempio, la Germania (205 sanzioni) ha multe medie di 275.000 €, mentre la Romania, pur attiva, applica importi a dir poco simbolici.
Limiti dei dati: un quadro incompleto
Le rilevazioni si basano su fonti non ufficiali (www.enforcementtracker.com) e escludono informazioni molto importanti, quali:
- Provvedimenti non pubblicati dai Garanti;
- Importi effettivamente incassati, spesso molto diversi dalle sanzioni irrogate.
L’eterogeneità rende impossibile valutare l’efficacia del GDPR: le multe, infatti, non indicano dove la privacy sia più tutelata, ma solo dove si sanziona di più.
Conclusioni: un’Europa ancora lontana dall’armonia
Il GDPR fatica a garantire uniformità nella protezione dati. Mentre Francia e Spagna battono record di severità, altri paesi mostrano eccessiva indulgenza. Il 75% del gettito sanzionatorio dipende da multinazionali, sminuendo l’impatto delle migliaia di violazioni “minori”.
Per una reale cultura della privacy, servono linee guida comuni e trasparenza nell’enforcement.